martedì 11 agosto 2009

Stupidi orgogli e pregiudizi felicemente ammaccati


Ho un problema. Con gli italiani. E inizia a preoccuparmi, davvero.

Per fortuna c'è Arnaldo.

Mi spiego e vi racconto.

Berlino è letteralmente invasa da italiani e spagnoli (per strada sento parlare più italiano che tedesco..è davvero una sensazione strana..).

In questi giorni sono qui i genitori di Virna e due giorni fa abbiamo fatto il rituale salto domenicale al MauerPark, dove c'è il mercato delle pulci e tanta, tanta gente. Tanta.

Ad un certo punto mi stacco dal gruppo e vado a sentirmi un pò di Karaoke (non pensate ad una roba trash tipo Fiorello o surreale tipo locali a Tokyo, qui è fatto all'aperto in una piccola arena con gradoni e un sacco di gente presa bene, il tutto gestito da un irlandese che alimenta tutto con pannelli solari..).

Arrivo e, splendido regalo, c'è un tipo che canta Black dei Pearl Jam..solo che..intorno a me solo italiani..che parlano e sembrano gli unici a non divertirsi..vabbè.."sono io che sono un pò prevenuto, mi sposto per non sguazzazzare nel mio pregiudizio..".

Mi sposto un pò più in là, mi siedo sui gradini (intanto una tipa canta un pezzo vecchio di Madonna..).

Poco dopo mi accorgo che alla mia destra i ragazzi che guardano con un pò di compassione (forse è questo che mi ha dato più fastidio..) la gente festante e la ragazza cantante (che era scarsa, ok..però era lì..) sono italiani.

E anche loro hanno quell'aria un pò depressa, spenta, assolutamente non curiosa. Insomma, mi fanno un pò incazzare...sembra che si credano i più fighi, ma a me sembra solo che non sappiano come riuscire a divertirsi (e lì basterebbe poco, tipo accettare la semplicità come forma di bellezza..).

Vabbè, dopo un pò raggiungo il gruppo all'ingresso del parco come da appuntamento.

"Davanti ad Arnaldo" verso le sette e mezza, ci siam detti.

Arnaldo è un ragazzo italiano che non conosciamo (cioè, abbiam scambiato due parole una volta per strada..diciamo più sorrisi e sguardi che altro..) che tutte le domeniche suona al parco con la sua chitarra e una compagna (di note, chissà se anche di vita..). Si piazza lì con la sua sedia e...crea un mondo.

Quel mondo è fatto di note, sorrisi, aria fresca e..ammore.

Inizia facendo canzoni brasiliane (l'altro giorno pure cilene, argentine..) per poi chiudere con canzoni italiane che ti riconciliano con il mondo (Vanoni su tutte..).

E mentre loro due son lì che ti fan svolazzare nell'aria (perchè son bravi), passa l'umanità intera (davvero, di tutto) che lascia il parco dopo una giornata trascorsa a scambiarsi forme varie di entusiasmo per la vita.

L'altro giorno Gaia (mi sembra di aver colto per la prima volta il suo nome) ha pure fatto "Gracias a la vida" (e per chi ha partecipato a Convolation sa che significato abbia per noi..) mentre la luce calava e il grosso della gente, uscendo, si frapponeva tra noi e loro due. Un momento forte.

Insomma Arnaldo è italiano, non se la tira, si emoziona ed emoziona.


E finchè c'è gente come lui che si batte contro i miei pregiudizi, sto un pò più sereno.

3 commenti:

  1. Io credo che esistono 2 tipi di italiani all'estero: gli italiani tipo A, che vivono stabilmente all'estero, e gli italiani tipo B, i turisti.
    L'italiano tipo A solitamente si adatta bene agli usi e costumi del paese che lo ospita, mantenendo, questo sì, alcune idiosincrasie (solitamente di carattere alimentare), del tipo "Io il caffé lo compro solo italiano" (anche se è un Segafredo di merda e costa tre volte tanto) o "La pasta solo Barilla" (anche se costa il doppio).
    L'italiano tipo B è invece, salvo eccezioni, intollerante, rumoroso, fastidioso, criticone e mediamente buzzurro.
    L'italiano tipo A e l'italiano tipo B non hanno una bella relazione... L'italiano tipo A quando vede un italiano tipo B fa di tutto per non rivelare la propria nazionalità, arrivando in casi estremi a parlare con l'italiano tipo B nella lingua locale, se interpellato.
    Sospetto che l'italiano tipo B se si rende conto che l'italiano tipo A è, appunto, italiano rimanga abbastanza perplesso, pensando "Ma come?" "T'incontri con un tuo compatriota in questa landa di barbari (la landa di barbari, per inciso, è qualsiasi luogo al di fuori dei patrii confini, tanto Lugano come Timbuctù") e mi snobbi invece di gridarmi "Anche tu italiano?" e inizare un fitto dialogo a base di luoghi comuni del tipo "Bello qui ma in Italia la vita (la cucina/i monumenti/la gente/il caffé) è un'altra cosa. Incredibile!"
    Già... incredibile...

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  2. Caro Diego,

    un vostro connazionale ha scritto:

    "Anche i burocrati (italiani tipo B) e gli innamorati (italiano di tipo A) avranno bisogno dei poeti quando le frasi fatte e i racconti-coperta, tirati da ogni parte, saranno del tutto lisi. La voglia di infinito (oltre il rifinito) è un vizio cosmico."

    E a pensarci bene, oggettivamente, tu non sei ne di tipo A ne di tipo B.
    Appunto, sei un poeta. Ecco.

    Andrea!

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  3. Incredibile...
    quest'estate ero in Indonesia. Per fortuna pochi italiani, ma un misto di mondo, una folla di gente curiosa e inebriata dal profumo dei fiori del paradiso. strano a dirsi, data la mia proverbiale natura mediterranea, tutti mi chiedavano se ero australiana o francese. All'inizio mi faceva sentire bene pensare che all'estero non trapelasse di me lo specchio di quanto mi infastidisce dell'italia...mi scambiavano per una interessata alle cose, volonterosa di mescolarsi, provare gusti nuovi, pensavano addirittura che palassi bene l'inglese (il che è buffo, perchè il mio inglese era decisamente arrugginito, ma pare che l'italiano medio parli malissimo l'inglese, e questo lo sanno pure nel terzo mondo!!!)
    Ma poi mi sono detta, cavoli, ma perchè non posso andare fiera del fatto di essere italiana? Io conosco un sacco di italiani in gamba, e a dire il vero sono convinta di poterne conoscere ancora molti. Ci sono un sacco di persone curiose e a cui piace viaggiare, c'è il vino, che modestamente è da invidiare, c'è il cibo, c'è anche una discreta competenza musicale, il cinema, insomma, un monte di roba interessante. E allora perchè me ne devo vergognare?
    Forse la soluzione sta nel fare la differenza, non una differenza snob, ma una differenza colorata e disponibile, un semplice essere lì, ovunque si stia, e vivere la situazione semplicemente per quello che si è, con il proprio bagaglio personale e culturale.
    Di svogliati e scempi, si sa, è pieno il mondo!!!!
    E altrettanto modestamente, siccome siete amici miei, so che in quel parco voi due facevate la differenza ;-)
    Martina

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