venerdì 16 dicembre 2011

Oh oh..something's gonna change..


Oh oh.
Qualcosa cambierà a breve...lo si capisce dal silenzio. Il silenzio dentro e fuori di noi..un silenzio che è attesa un pò impaurita, un pò curiosa, un pò attesa e basta.
Che qualcosa's gonna change lo si capisce anche da piccoli oggetti che iniziano ad occupare spazi.
Un esempio: noi qui a Berlino non abbiamo la lavatrice..e da un paio d'anni quando si lavano le lenzuola si fa in modo di esserci entrambi. Dopo il lavaggio e l'asciugatura (con doppio minutaggio, perché le cose ingombranti richiedono più tempo...a parte i bambini, credo) arriva il momento in cui pieghiamo le lenzuola: a quel punto parte un silenzioso rito, fatto di passi che si prendono tra noi, di uno sguardo con cui ci si intende (e qui c'è voluto del tempo) sul lato da cui si parte a piegare, di danza che ricorda un pò il nuoto sincronizzato (poi, le nostra lenzuola sono pure azzurre) e voilà, tutto impacchettato.
Beh, l'altro giorno tra le mani ci siamo trovati cose nuove da piegare dopo il lavaggio...calze piccole piccole, tutine (new entry assoluta), bodies, cappellini e, soprattutto, un lenzuolino...ebbene, questo non può essere piegato allontanandosi ecc ecc. Io e Vi ci siam guardati un per un attimo breve e lungo..in silenzio, consapevoli che ci mancassero gli schemi, gli automatismi...e abbiam cercato nuovi movimenti, nuove divisioni di ruoli (credo non basterà più dirsi "lascia, i miei lupetti me li piego io, mi spiace ma non sei capace.."), nuove prese di confidenza con nuovi oggetti.
Poi è arrivata la culla, prestataci da un'amica e fatta in Olanda da amici falegnami (che giro..)..che ora mi guarda, ancora senza materasso, da sotto la finestra alla mia destra...fuori la pioggia inizia ad assomigliare alla neve...ma questa è ancora un'altra storia.

domenica 27 novembre 2011

Dall'altra stanza


Torniamo a raccontarvi, dopo tanti, troppi mesi.
Perchè non abbiamo più scritto? Chissà...bisogno di "silenzio" intorno all'esperienza che andava formandosi, assenza di commenti (e quindi legittimo dubbio che nessuno leggesse, con conseguente demotivazione), "normalizzazione" delle giornate e quindi delle emozioni ad esse legate..chissà.
Non è che si sia rimasti con le mani in mano, però!
Fine Novembre 2011, tra due mesi nascerà un bambino. E, in qualche modo, nascerà berlinese. Lo sappiamo noi due, lo sapete anche voi, ma dirlo provoca ogni volta emozioni forti.
Nascerà a Berlino e nascerà portando con sè ciò che da più di due anni viviamo qui: giorni, storie, fatiche, emozioni, insegnamenti, desideri. Das Kind wird ein berliner sein.
"L'altra stanza" del titolo è quella di oggi, quando siamo andati a vedere l'ospedale dove (si spera, se tutto andrà bene) nascerà Cecino (il nome provvisorio, ironica deformazione del classico "fagiolino" tante volte appioppato ad altri bambini in seguito alle prime ecografie...diciamo che noi abbiam voluto rendere omaggio alla comunità turca berlinese...).
Mentre facevamo il giro e Sonia (l'ostetrica tedesca che parla italiano e ci seguirà per il parto) ci spiegava alcune cose della sala parto e zone limitrofe, dalla stanza di fianco si sentivano le espressioni di dolore di una donna che stava partorendo in quei minuti. Vi lascio immaginare il mix di sensazioni..io non ho ascoltato più (in tedesco, poi) le spiegazioni di Sonia e ho iniziato a calcolare il tempo tra le sue contrazioni...mi sto preparando? Mi difendevo? Entrambe le robe? La risposta, importa poco..
"L'altra stanza" è però anche ciò che poteva essere e non è stato e ciò che avrebbe potuto essere e non sarà. Tantissimi incroci attraversano la nostra strada: noi tiriamo dritti, facendo finta che le decisioni che abbiamo preso in questi mesi siano robe normali, abbastanza facili (intendo la decisione di tornare in Italia, quella comunque di far nascere Cecino a Berlino..e altre..) e naturali.
In fondo, e questa è la notizia, lo sono. Il difficile è il pezzo prima di arrivare ad una decisione, il resto è poi ganz einfach, come si dice da queste parti.
L'altra stanza è quello che ci aspetta: un grande, grosso ignoto. Una vita in tre (poi dopo chissà..the future is unwritten..) e un ritorno in Italia, a voi.
Un ritorno a cose già note che nel frattempo son cambiate. Cristina canta "perchè tutto è cambiato, anche se nulla è diverso.." chissà che possa esser la "nostra" prossima canzone.
Non ci giurerei.
Non rimane che aspettare e cercare di decifrare i sommessi suoni che oggi arrivano dall'altra stanza...