martedì 4 agosto 2009

Italiani, borse e bellezza


Metrò,oggi pomeriggio.

Di ritorno da Charlottenburg (quartiere elegante e un pò pettine dove c'è l'omonimo castello, dall'altra parte della città rispetto al "nostro" Prenzlaueberg), sto leggendo.

La mia attenzione viene bruscamente perturbata da un gruppo di persone (5, ma sembrano una massa indistinta) che hanno un tono di voce di parecchio superiore a quello vigente nella carrozza dell'arancione U2 berlinese.

Sono italiani. Una famiglia italiana (scegliete voi la connotazione, se vi può servire erano sardi).

Le tre figlie si siedono di fronte a me e i due genitori di fianco.

Io cerco di leggere ma sono continuamente attratto da loro, con spirito sociologico (oddio, con un lapsus stavo scrivendo etologico..)..cioè, loro urlano ma potrei farmi i fatti miei. Invece li scruto.

Sfatti, strani, ognuno col suo biglietto timbrato nella mano, urlano tra un lato e l'altro del metrò (per capirci, meno di un metro) che sono stanchi, storpiano (cazzo, a me sembra quasi che il padre storpi stereotipicamente!) tutti i nomi delle fermate e si lamentano che la fermata non venga detta e scritta nella carrozza (si sono abituati bene, qui è ovunque così, anche sui bus...non mi sembra si possa dire lo stesso del belpaese..).

Poi all'improvviso accade qualcosa.

La U2 fa pezzi sotterranei e altri in esterna...ebbene, quando il treno esce a cielo aperto...la borsa della figlia oggettivamente davvero brutta (ma secondo me la più simpatica) riflettendo la luce del sole con le pajette di cui è ricoperta, illumina tutto il tetto della carrozza. E' una scena meravigliosa, una specie di discoteca lisergico/naturale nell'ora del tramonto..guardo anche la tipa sorridendo, in quel momento ringrazio adorante quella borsa e penso: questa è Berlino.

Loro, che non si sono accorti di nulla, sono scesi due fermate dopo.

1 commento:

  1. lo stupore di un bimbo, l'entusiasmo di un bimbo, la dolcezza di un bimbo

    il mio Cugino Prefefico

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