mercoledì 7 marzo 2012

A me sarebbe piaciuto.



Ciao piccolo, oggi fai un mese.
E ho pensato di raccontarti il giorno in cui sei nato.
A me sarebbe piaciuto che qualcuno mi avesse lasciato scritto come sono andate le cose (aldilà dei soliti, magari pure simpatici, racconti che ruotano intorno a due tre cose e che risentono del lavorio del tempo come l'acqua sul sasso: il parto, i capelli, lo stupore, i commenti dei parenti ecc.).
Allora, intanto come saprai (perchè è scritto su tutti i tuoi documenti), si era tutti assieme a Berlino.
Cosa ci stavamo a fare, te l'avremo già raccontato (e pure te l'ho spiegato in quel nostro carteggio privato..), quando leggerai queste righe..diciamo che eravamo qui nel tentativo di essere più felici. E ci siamo riusciti.
E tu, sei pure figlio di questa nuova felicità.

Il tuo termine era scaduto da 10 giorni, che vuol dire che dovevi nascere il 28 Gennaio e invece te la sei presa comoda. Ma hai tutta la mia comprensione...mi sa che si stava benone, laggiù.
Allora ci siamo alzati presto presto per andare all'ospedale che era dall'altra parte della città.
E per farlo abbiamo preso la metropolitana con borse e zainetti.
E' stato un viaggio (quasi un'ora) che non dimenticherò..non c'era ancora il sole e abbiamo conosciuto una Berlino a noi ignota: quella operaia.
Tante persone (giovani e meno giovani, uomini e donne) che con le loro tute blu andavano a lavorare nelle (pochissime) fabbriche nella parte Ovest di Berlino. E ricordo alcuni sguardi su noi due (tre, ok..): dovevamo esser buffi, spaventatissimi, ma estremamente teneri.
Stavamo andando, naturalmente impreparati, incontro al futuro!

Poi siamo arrivati all' Ospedale Waldfriede (tradotto, "La Pace del Bosco")...che è tra due laghi (il giorno dopo in cui sei nato sono andato a camminare su uno dei due che era ghiacciato: è stato bellissimo e ho immaginato di tornarci con te..) a sud di Berlino, in una zona di boschi.

Si è deciso di indurre il parto (come dire, di darti una "spintarella")..e quindi alle 8 si è presa una prima pastiglia, nella cameretta molto bella che ci avevano dato in attesa del parto: poi ci han detto "Ok, la prossima tra 4 ore, fatevi un giro, se volete".
E noi abbiam fatto un giro nel "giardino-parco" dell'ospedale...e qui ci ha colto la meraviglia: nel parchetto c'erano i pannelli esplicativi in legno (moolto tedesco) con i tipi di animali che passano di lì, le foglie degli alberi che si possono vedere, una piscinetta e pure un campo da pallavolo...mah!

Nella neve, c'erano orme di vari animali. E di piedi. Un mix evocativo.

Nel frattempo era uscito il sole (le previsioni davano nuvoloso, ma non sapevano che Arturo stava arrivando), e noi eravamo sempre spaventati ma anche sereni.
Siamo stati al bar dell'ospedale, dove sulla porta dell'uscita di sicurezza, campeggiava un poster dell'Italia...su che significato dargli, abbiamo consapevolmente soprasseduto ;-).

Poi la mamma ha mangiato un sacco: i panini portati da casa e il cibo dell'ospedale che, per restare leggeri in ottica parto, consisteva in riso con pollo al curry e peperoni. Molto bene.

A mezzo giorno seconda pillola e poi...e poi il tempo ha accelerato improvvisamente, la mamma ha iniziato ad avere le contrazioni (sono il segnale che avevi iniziato il tuo viaggetto verso il mondo) e quello è stato il momento più difficile..tanto dolore e non poter fare molto per aiutarla..pfui!

Dopo un pò si sono aperte le porte della sala parto..e lì..Wow, che esperienza (te la auguro, un giorno, piccolo mio)..il tempo era ancora diverso..diciamo che era un blocco: era il tempo che serviva per farti nascere..il tuo, nostro tempo.

Anche lì non è stata facile, ma mamma è stata bravissima e io..beh..ho fatto la mia parte (compreso spingere e tirare gambe e testa della mamma un pò di qui e un pò di lì..). E poi.
E poi, sei uscito, quasi con uno scattino, uno slancio..speriamo sia di buon auspicio per la tua vita (alcune notti fa ti pregavo solo di non esser pigro, nella vita!).
Sei uscito, ed eri già bello.
Ok, qua mi si potrebbe dire che sono di parte (anche se poi nei giorni successivi tutti si affrettavano a dire che sei tutto somigliante a mamma...sarà per il mento volitivo?!?), ma eri bello davvero..a volte i neonati hanno il viso sofferente, sono un pò schiacciati in un punto o ammaccati in un altro..tu eri già figo. Sul serio. Ecco, se vogliamo eri solo un pò scuro e avevi le mani un pò grigie (credo fosse un omaggio al colore che il tuo babbo assume di solito durante l'inverno..)
Hai mancato il primo riflesso, ma sei andato forte sul secondo.

E poi metro, bilancia e così via, ma tutto con grande calma, silenzio e amore..è stato un parto intimo, soffuso, di questo dobbiamo ringraziare Sonja, l'ostetrica che ti ha aiutato nel viaggio. E anche la giovane e carina dottoressa praticante che ha aiutato durante il travaglio è stata una presenza competente, delicata, dolce.
Dopo un pochino di tempo che eri nato, la mamma le ha chiesto come si chiamasse (nel trambusto del parto non si fanno molte presentazioni..). Lei le ha risposto con sguardo tenero: Schönheit. E tu, Arturo, lo sai che in tedesco Schönheit vuol dire Bellezza.
A quel punto io e mamma ci siam guardati increduli e tutto ci è sembrato essere al posto giusto.

Nei giorni successivi, ho ascoltato molto gli Arcade Fire (facevo avanti e indietro da casa all'ospedale)..e camminando da qualche parte in giro per la città (era Kreuzberg?) stavo ascoltando questa canzone e credo di essermi commosso.
Te la dedico.


1 commento:

  1. ohne worte und viele viele tränen aus rührung ... willkommen arturo, ich freue mich, dich kennenzulernen

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